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Il nuovo limite

Un post sul Gartner blog, "Why is Productivity Slowing Down" di Craig Roth, riporta un'analisi della Fed americana in cui si evidenzia un rallentamento nella crescita media della produttività individuale nei settori del terziario.

Nel decennio 1995-2005 si è rilevato un incremento medio dell'1.8% annuo, mentre nel decennio successivo il valore scende ad un 0.5%.

A parte il dettaglio del dato, i cui criteri di calcolo non conosciamo, ci interessa l'interpretazione che Craig da del fenomeno, in linea con uno dei concetti di cui siamo più convinti: il limite non sono più le tecnologie, ma la capacità delle organizzazioni e degli individui di cambiare e re-interpretarsi per utilizzarle al meglio.

Dall'introduzione dell'informatica aziendale in poi, l'aumento della produttività individuale è stato supportato dalla rapida evoluzione tecnologica di macchine e software. L'evoluzione tecnologica continua, anzi accelera, ma la capacità di avvantaggiarsene ha raggiunto i limiti della cultura organizzativa.

Si prenda ad esempio il tema della gestione dei team remoti. In molte aziende i gruppi di lavoro fisicamente distribuiti faticano a performare, e nell'organizzazione è ferma la convinzione che la presenza fisica sia insostituibile.

L'osservazione "a Gemba" delle sessioni di lavoro remoto evidenzia però tipici errori: assenza o uso superficiale degli strumenti di collaborazione, scarsa capacità di sintesi nella comunicazione, poco rigore nella partecipazione alle sessioni di tele/videoconferenza (non si può fare bene mentre si cammina, si è in treno o in macchina).

Strumenti come Office 365 o Google Docs consentono di lavorare sui documenti in modo concorrente, mentre si è in videoconferenza. Si può interagire visivamente e verbalmente mentre si sta modificando e condividendo un unico documento, con facile ed immediata condivisione di schemi, immagini, riferimenti. Si può finire la sessione con un prodotto definitivo, già condiviso e validato senza che sia necessario scambiare una singola mail.

Peccato che in molti casi il gruppo di lavoro di fatto rinunci in partenza a operare veramente in modalità virtuale, ma usi i momenti di interazione a distanza solo per allineamenti (magari con verbale circolarizzato), rinviando il "vero" lavoro ad un momento successivo, svolto in locale, con l'usuale scambio "asincrono" ed iterativo di versioni diverse del documento. Lo spreco è significativo.

Ecco il nuovo limite: la piena adozione di strumenti tecnologici richiede conoscenza, pratica, disciplina e la volontà di pensare e lavorare in modo diverso. Le tecnologie evolvono in modo sempre più veloce, le persone e le organizzazioni no.


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